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Non ditemi che assomiglia al camion del ferramenta perchè lo so e si vede; è stato fatto largo uso di piastrine, sia angolari che diritte, che si usano in faegnameria, dadi di tipo alto, e viti con testa tonda
che avendo la particolarità di avere, tra la testa ed il filetto, una base quadrata che si incastra direttamente nei fori del telaio dove si ricavano da sole la rispettiva sede alla prima volta che viene avvitato il relativo dado; e quindi avendo la testa tonda vanno a filo con il telaio ed anche se la macchina va sui cordoli non viene così danneggiata la tradizionale testa esagonale; inoltre essendo incastrate nel telaio quando si avvitano e si svitano i dadi non è necessario mettere sotto una seconda chiave poiché essendo incastrate nei fori del telaio stanno ferme da sole.
Sono state impiegate anche diverse squadrette di questo tipo;
ed anche piattine in ferro di tipo lineare con fori già predisposati;
e bulloni alti poiché si prestano meglio nell’uso dell’avvitatore;
Ecco alcuni scatti della 1/5 autocostruita. Se vi va di leggere la storia dell’autocostruzione altrimenti ve la sintetizzo in due parole; autocostruita, rigida, senza differenziale, trasmissione a cinghia, motore 25 cc. (nuovo) di origine non modellistica ma ………………… bè non è poi così difficile da indovinare!!!!!!.
Da sempre appassionato di modellismo (prima alianti ed aerei poi ho pensato che i modelli si possono distruggere anche a terra senza andare tanto in alto); andando in pista a Verona e vedendo girare le 1/5 ho pensato che se ne poteva costruirsene una. Non era la prima mia esperienza di autocostruzione e quindi decisi (circa 4 anni fa) di iniziare una nuova esperienza su questa scala essendo le precedenti due relative (più o meno) alle scale 1/10 ed 1/8. Ahimè tapino; nel senso che la cosa si è rivelata più complicata del previsto, molto costosa e con un risultato finale non del tutto soddisfacente per quanto riguarda l’auto in pista. Se invece vado a piazzali non c’è problema nel senso che la macchina va bene e ci si diverte; però i piazzali sono sempre frequentati e quindi pericolosi per motivi che ben si sanno. Premetto che, nonostante quanto di negativo detto sopra, rifarei tutto poiché l’entusiasmo dell’invenzione, della progettazione e della costruzione sono stati un’ottimo stimolo ed un’ottima gratificazione per il mio carattere. Eh si perché le difficoltà sono cominciate fin dall’inizio poiché, all’epoca non conoscendo internet, il primo problema è stato; che misure hanno queste macchine? Alcune le ho chieste direttamente ad un negozio, ma onde evitare una fucilazione in diretta poiché “se non hai un tornio ed una fresa la macchina non la farai mai!!!!!!!!”; questa è stata la risposta ricevuta quando il commerciante, a cui mi ero rivolto, sentì “odor di autocostruzione” = “no money for you” !!!!; la cosa si stava mettendo “male” quando ha intuito che da lui non era mia intenzione fare acquisti per “‘sta benedetta” autocostruenda 1/5. Altre informazioni, condite da una buona dose di “spionaggio industriale” furono acquisite direttamente in pista dove al sabato pomeriggio ed alla domenica mattina c’è gran fervore di questi modelli; e proprio in pista vengo a conoscere un ragazzo che mi regala un treno di gomme in buono stato e mi mostra la sua 1/5; non sarei mai arrivato a costruire una macchina così complicata!!!!!!. Ho risolto il problema delle misure (carreggiata e passo) in maniera molto semplice acquistando cioè la carrozzeria; e precisamente una BMW 320 con il suo bell’alettone dietro; a questo punto, con ruote e carrozza, il gioco è fatto pensavo molto entusiaticamente!!!!!. Evvai a procurarmi il telaio ricavato da una lastra di alluminio da 5 mm. pagata ben “udite udite” 8 euro (e poi dicono che i telai sono cari!!!!!!!!!!). Come “propulsore”, vista l’artigianalità del tutto, mica ci potevo mettere uno Zenoah a cui dovevo aggiungere mrmitta, airbox e frizione ($$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ ?????); cosa di meglio, viste le mie aspettative non certo corsaiole, se non un bel 23 cc. nuovo di pacca, di origine non modellistica a cui però è stato destinato, se non quello di un bel decespugliatore?; evvai che x 110 eurettini il cibierre si porta a casa il motorello (ammazza quanto pesa oh!!!!); pronto all’uso; c’è tutto; frizione, filtro, e pure la sua bella marmittina. E comincia così un interminabile andirivieni all’officina di Paolo, un ragazzo che fa il tornitore, che si mostra subito appassionato alla cosa e condivide con me l’idea della costruzione pur non sapendo da dove partire. Per il posteriore penso di utilizzare un tondino di ferro appoggiato su due cuscinetti alloggiati all’interno di una coppia di portamozzi presa da una verga di alluminio in cui è stata ricavata la relativa sede. Ed il retro è fatto; più o meno allo stesso modo faccio costruire dal tornitore anche l’avantreno con la variante che i cuscinetti saranno 2 x ogni ruota all’interno dei quali ci metto un bel bullone sul quale andrà asd infilarsi la ruota dopo averla inserita nei rispettivi trascinatori anche quelli ricavati dall’alluminio pieno. All’avantreno esiste la possibilità di regolazione di camber e Angolo di Toe (convergenza); il caster è a O° poiché all’epoca della costruzione sia il progettista che il costruttore (2 in 1 sempre cibierre) era all’oscuro dell’esistenza dello stesso ……. sic! Sic!. Piastra radio ricavata da un profilato di alluminio da 3 mm. che come si dice “avevo in casa”; freno solamente posteriore a disco flottante autoventilato con pinza ricavata da squadrette in ferro, ad uso falegnameria, acquistate dal ferramenta con “pastiglie freno” ritagliate da un copertoncino di bici da corsa (dopo varie prove con diversi materiali, tra i quali pastiglie freno della Fiat UNO, ed alcuni tipi di gomma).
La trasmissione è a cinghia dentata con pignone e corona in alluminio; i pignoni sono due e calettati sulla campana frizione esattamente come i modelli 1/8; questo perchè non sapendo esattamente che rapporto usare ho voluto creare una doppia possibilità per verificare sia ripresa che velocità e poi scegliere anche a seconda del tracciato su cui sarei andato a smanettare; problema rivelatosi poi secondario poiché la macchina, credo a causa soprattutto dell’assenza del differenziale nonchè per l’artigianalità di tutta la costruzione, in pista è molto sofferente soprattutto nelle curve strette; cosa ben diversa nei piazzali dove devo obiettivamente dire mi sono divertito.
Tornando all’aspetto costruttivo i servi sono due ed il freno è di tipo meccanico per il cui comando ho utilizzato una normalissima guaina e filo in acciaio per acceleratore di un ciclomotore; lo stesso dicasi per il comando dell’acceleratore; la marmitta è stata modificata con l’aggiunta di una prolunga che scarica direttamente a terra a filo del telaio per evitare di sporcare il telaio ed il vicino apparato elettronico; a tale proposito, non sapendo dell’esistenza dei pacchi pile, è stata utilizzata la normale cassettina portapile in dotazione alla 1^ radio, una Hitec Ranger 3 in FM, con 4 pile stilo ricaricabili. Per motivi di sicurezza la trasmissine a cinghia è stata protetta da un carter ricavato da una lama piatta di alluminio che viene inserita od estratta con il sistema “a sgancio rapido”. Visto che stiamo parlando di trasmissione il motore, alloggiato su una piastra di alluminio che funge da slittta, ha la possibilità di arretrare od avanzare a seconda che si usi un pignone oppure l’altro poiché varia la distanza tra pignone e corona in quanto la cinghia di trasmissione è sempre la stessa. Per il serbatoio è stato utilizzato un contenitore in plastica “che avevo in casa”. E passiamo alla carrozzeria; BMW e ALFA non me li leva dalla testa nessuno; mi è capitata una Bmw 320 e l’ho scelta perchè mi piaceva troppo; ho verniciato di giallo, per prova, il musetto e mi è piaciuto subito; così pure l’alettone; la macchina è azzurra con il n. 27 poiché a tutt’oggi sono un inguaribile fan di Gilles Villeneuve indimenticato ed indimenticabile pilota Ferrari grande trascinatore di folle.
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